LA BEFANA

Una poesia recita:

"La Befana vien di notte,
con le scarpe tutte rotte..."

Quando ero piccola mia nonna si occupava di tutte le nostre calze e, la maggior parte delle volte, erano calzini davvero bucati che noi adoravamo svuotare sul letto e controllare il contenuto, come fosse il più prezioso dei tesori.
In ogni calzino non mancavano mai un mandarino e una noce, poi un soldino e tante caramelle.
Se ci trovavamo il carbone, quello vero, non quello dolce come troviamo oggi in commercio, ci mettevamo a piangere, ma poi, la nonna ci faceva tornare il sorriso con uno dei suoi dolci più buoni.
Comunque, ogni volta era una bellissima giornata.
La nonna apriva la tavola ed apparecchiava la tavola a festa, preparava le lasagne e tutto si colorava.
Con gli anni, purtroppo, le cose sono cambiate, ma il ricordo di quei giorni resterà sempre nel mio cuore come il più prezioso dei regali.
Crescendo mi sono ritrovata io a fare la befana, allegando ogni volta una poesia simpatica alle calze, e devo dire che mi diverte far sorridere gli altri, è una bella sensazione, forse, anzi spero, di aver preso da lei questo dono.
Mia nonna è sempre stata come una mamma per me, su di lei potevo sempre contare, per un consiglio, una spalla su cui piangere, una guerriera che mi difendeva da tutto e da tutti, una persona che sapeva sgridarmi al momento giusto e allo stesso, coccolarmi dopo una giornata brutta o una brutta delusione.
Grazie anche a lei la mia infanzia è stata bellissima.


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